“In medio stat virtus” è la massima di Orazio che preferisco, ovvero c’è sempre una ragionevole via di mezzo per ogni cosa. Per il consumo dei dolci, ad esempio. Ci sono alcuni luoghi comuni da sfatare: molte persone ritengono che i dolci facciano ingrassare in senso assoluto, quasi al solo guardarli! Non è esattamente così, probabilmente fanno ingrassare se si consumano in quantità eccessiva, se associati ad una alimentazione già sovraccarica, se non si fa attività fisica. Al contrario, mangiare i dolci può anche far bene alla salute e all’equilibrio psico-fisico, in termini di gratificazione e di rilascio di endorfine, ad esempio. E prepararli può essere molto divertente e rilassante, oltre a stimolare l’attività cerebrale.
Per un ” uso responsabile” dei dolci, ho chiesto al Prof. Pietro A. Migliaccio, Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione, di fornire la sua preziosa consulenza attraverso la valutazione nutrizionale delle mie ricette e consigli su come inserire i dolci nell’alimentazione quotidiana.
Questa collaborazione sarà pertanto il “fiore all’occhiello” del blog, un prezioso valore aggiunto: tutte le volte che sulla ricetta compare il post-it della valutazione dei componenti nutrizionali, questa è a cura del Prof. Migliaccio e della sua qualificata Equipe medica.
Lascio ora la parola al Professore:
I DOLCI NELL’ALIMENTAZIONE
I dolci rientrano nella categoria di quegli alimenti che “nutrono ma nello stesso tempo gratificano”. Infatti, in funzione della loro estrema varietà, non solo assicurano il piacere e il benessere della psiche, ma apportano all’organismo tutti i nutrienti indispensabili per il mantenimento o il raggiungimento di un ottimo stato di nutrizione. Ci riferiamo ai carboidrati, alle proteine, ai grassi oltre che alle vitamine e ai sali minerali introdotti in forma facilmente assimilabile e nel giusto rapporto fra loro.
E’ possibile utilizzare i dolci nell’alimentazione quotidiana di soggetti in condizioni fisiologiche ma anche nelle patologie; bisogna però studiarne il giusto inserimento in modo da non superare la quantità di calorie complessivamente necessarie ai vari soggetti nelle diverse condizioni. Si possono consumare nelle giuste quantità alimenti dolci durante la prima colazione ma anche come spuntino di metà mattina o metà pomeriggio o al posto di tutto un pasto.
Nelle diete dimagranti, anche in soggetti in sovrappeso oppure nei grandi obesi, è consigliabile ed a volte “indispensabile” inserire piccole gratificazioni dolci; ciò tra l’altro incide positivamente nella sintesi della serotonina, neurotrasmettitore che modula l’appetito e regola l’umore.
I dolci possono essere utilizzati, con i dovuti accorgimenti, anche dai diabetici insulino o non insulino dipendenti. Variare il tipo di alimenti, non eliminare nessuno cibo, consumare anche i dolci è il miglior metodo per rendere l’alimentazione varia, appetibile, gratificante e pertanto ben accetta a tutti.
Prof. Dott. PIETRO A. MIGLIACCIO Presidente della Società Italiana di Scienza dell’Alimentazione Libero Docente in Scienza dell’Alimentazione Medico Nutrizionista – Dietologo Specialista in Gastroenterologia Esperto in AuxologiaStudio: Via Bu Meliana 12 – 00195 ROMA
Tel. 06/39.03.02.83 – 06/39.73.44.82 – Fax 06/39.03.86.86
NOTA: I valori nutrizionali degli alimenti sono stati calcolati sulla base dei dati riportati sulle Tabelle di Composizione degli Alimenti elaborate dall’ INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, attuale CRA-NUT).
In particolare il calcolo dei carboidrati è stato effettuato prendendo in considerazione la voce “carboidrati disponibili” che corrisponde alla somma dell’amido e degli zuccheri semplici. Tuttavia dalla idrolisi (ossia dalla “scissione”) di 100 g di zuccheri complessi (polisaccaridi e disaccaridi) si ottiene una quantità più elevata di zuccheri semplici (monosaccaridi). Ciò spiega il motivo per cui negli alimenti contenenti carboidrati la somma dei nutrienti risulterà superiore a 100. D’altro canto talvolta la somma delle percentuali dei nutrienti può risultare inferiore a 100 in quanto nel computo della composizione dei singoli costituenti non vengono considerati i piccoli apporti di sostanze indispensabili per la realizzazione del dolce.
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